domenica 7 gennaio 2024

Il tragico antico e il tragico moderno

 Riflettendo sullo scritto di Kierkegaard "Il riflesso del tragico antico nel tragico moderno", si è conquistati da questa idea :  Il tragico è un guadagno; il comico è una perdita. 

Aristotele, nella Poetica, ha evidenziato che "l'azione nella tragedia greca è una cosa di mezzo tra l'agire e il patire". Perciò la colpa tragica non ricade tutta sull'individuo; gli dei, la famiglia, la patria hanno un ruolo nella colpa.

Kierkegaard sottolinea, nel suo scritto, che la nostra epoca assomiglia più alla commedia che alla tragedia, per il fatto che il peccato (la yubris) è considerato un elemento estetico, non ha più nulla di etico. L'individuo esaltato, che si  considera creazione di se stesso, si ritrova nella Modernità sempre più solo, esposto al dolore e alla disperazione (per aver mutato il senso di colpa in un fattore estetico), non è più tragico, è comico. Schopenhauer, in L'arte di essere felici, non riesce a dire altro che "la felicità è un sogno; il dolore è reale". Dice molto, ma non abbastanza: è approdato in Oriente, per vivere il distacco, ma non ha una risposta intorno alla tragedia nella quale è immerso il pensiero europeo.

 Kierkegaard propone all'individuo moderno di guadagnare il dolore, di investire su di esso, di divenire "homo patiens" (come dirà  nel Novecento Victor Frankl).  Una proposta cristiana è quella Kierkegardiana: la fecondità del dolore, la morte trasformata in resurrezione. Più attività che passività:  questa la differenza rispetto alla proposta di Schopenhauer. Hegel, dal canto suo, era troppo impegnato dal e nel paradigma del potere  per prendere sul serio il tragico, troppo impegnato a illudersi nel comico con l'esaltazione dello Stato considerato Dio. Nietzsche ha considerato Schopenhauer un maestro perchè educatore. Hegel è stato un cattivo maestro, perchè ha confidato  più nell'istituzione che nell'individuo, o meglio ancora, nella persona.

La novità assoluta del cristianesimo la si trova nel fatto che Gesù Cristo ha svelato l'inconsistenza del sistema di potere e ha mostrato un "Dio onnipotente per la sovrabbondanza dell'amore", non più onnipotente perchè si comporta come i potenti di questo mondo. Gesù Cristo aveva mostrato la corruzione radicale dell'istituzione che fa leva sul potere economico, politico e religioso. 

Il cristianesimo di oggi e di domani squadernerà tutta l'energia dell'amore, unificando storia, mistica e profezia. La relazione agapica e l'esperienza della kenosis costituiscono un investimento incalcolabile che confonde economia, politica, fondamentalismo religioso.

                                              don Carmelo Guarini

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