venerdì 5 gennaio 2024

Tra mito, leggenda e storia

 I tre Magi, più sapienti  che re, sono un simbolo del superamento delle etnie e della ricerca della nuova umanità contrassegnata da una cultura,  che non rinuncia all'identità,      ma trova nel cristianesimo un arricchimento della realtà di popolo e dell'esperienza della persona come relazione.

Le guerre sono lotte che intendono affermare le etnie, lotte tribali.     La pace è l'avventura della libertà universale, riconosciuta ad ogni popolo della terra. Il passaggio dall'etnia alla cultura non è la rinunzia all'identità, ma l'avventura dell' inclusione:  l'esperienza storica ed esistenziale  dell'altro arricchisce la propria esperienza. Dunque, più un guadagno che una perdita! 

Il cristianesimo si è affermato per aver incluso nella propria esperienza storica ed esistenziale la spiritualità di Gerusalemme, la cultura di Atene, la politica di Roma. Ha preso il meglio ("adorare Dio in spirito e verità"), non la degenerazione della spiritualità di Gerusalemme; ha preso il meglio della cultura greca (la libertà superiore alla legge della polis e al determinismo dell'Ananche), non il cinismo; ha preso il meglio della politica di Roma (il diritto romano), non l' imperialismo delle sue legioni.

I Magi sono sapienti che seguono una stella, una luce interiore ed esteriore,  nella loro ricerca; non sono scientisti narcisisti; non sono dei potenti sempre più avidi di potere. Si lasciano guidare dalla stella, che è natura, e vanno alla ricerca della sorgente della natura, che è creatura di Dio. I sapienti Magi non si lasciano suggestionare nè dal mito nè dalla storia. Come considerano la storia? In evoluzione, in sviluppo; non sono rassegnati alla decandenza, dovuta alle forze del male. Vogliono scoprire il futuro della storia e dell'umanità nuova!

I sapienti Magi hanno saputo discernere  e scegliere tra il Bambino re di pace e il re Erode sanguinario e assassino di bimbi innocenti. Hanno intravisto nella pace l'evoluzione e lo sviluppo dell'umanità!

I sapienti Magi possiamo considerarli i primi intellettuali che hanno aderito al cristianesimo: dinanzi al Bambino mostrano la stessa umiltà e povertà dei pastori, anche se i loro doni materiali (oro, incenso e mirra) sono più preziosi. Il Bambino considera già gli uni e gli altri (i pastori e i sapienti Magi), senza preferenze e senza scarti,  più grandi del precursore Giovanni Battista: infatti sono i primi aderenti al "regno dei cieli".

                                                don Carmelo Guarini

 

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