giovedì 14 agosto 2014

ricominciare

Il testo di Paul Ricoeur, "Ricordare, dimenticare, perdonare", è uno scritto tra i più impegnativi e decisivi per la relazione che imbastisce tra storia e vita (come esistenza), tra psicoanalisi ed etica, tra colpa e perdono. 
Il fardello della colpa pesa più sulla vittima che sul persecutore. La vittima non perdona a se stessa di essersi lasciata ingannare; mentre il persecutore continua a credere che il più forte debba imporsi sul più debole. Se teniamo presente ciò che diceva Agostino nelle Confessioni , XI, 20.26 : "Il presente del passato è la memoria; il presente del presente è la visione; il presente del futuro è l'attesa", dobbiamo costatare che l'attesa del futuro può rimanere bloccata o preclusa dal fardello della memoria che fa pesare il danno ricevuto. Nietzsche aveva parlato del danno che la storia arreca alla vita, proprio per l'eccessiva commemorazione che la storia esibisce della colpa passata : la stessa vittima potrebbe rimanere vittima della propria esaltazione nella ri-memorazione del danno ricevuto. D'altronde, non si potrebbe esaltare l'oblio come l'atto che ridona la salute. L'aspetto salutare del ricordo sta nel considerare le tracce conservate dalla memoria. Ma un'operazione decisiva s'impone nei confronti della colpa : la vittima è la sola abilitata al perdono, come fa notare Ricoeur. Se la vittima rifiutasse il perdono ( e potrebbe farlo), non danneggerebbe solo il persecutore che l'ha privata di un bene, ma confinerebbe se stessa nella prigione del passato (Sartre lo diceva con una espressione che è veramente terribile : "ci si ripete incessantemente; non si ricomincia mai").
Il futuro può essere aperto solo dal perdono, cioè da una perdita per ciò che è stato tolto. Il perdono non è facile, è difficile : proprio perchè si tratta di buttarsi in una perdita e di rinunciare a vincere. Ma, nella vita dello spirito accade quel che succede nella natura quando un terremoto o un alluvione devasta e ricompone : quel che viene tolto è restituito sotto forma di un altro dono.   il don
 

1 commento:

  1. La vittima è la sola abilitata al perdono, in quanto il danno subito deve mutarsi per lei in perdita accettata. Al persecutore è richiesta la riparazione del danno inferto : è questa la perdita che a lui è richiesta. Il dono per entrambi è la riconciliazione.

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