sabato 16 agosto 2014

camminare insieme

Il testo di Martin Buber "Il cammino dell'uomo" porta l'impronta del soggetto, del cammino dell'io. Eppure, verso la fine del testo, apre al cammino del noi, partendo dal conflitto. "Non si può cercare la pace in altro luogo che in se stessi finchè quì non la si è trovata. (...) Si tratta di superare il conflitto fra tre principi nell'essere e nella vita dell'uomo : il principio del pensiero, il principio della parola, il principio dell'azione. Ogni conflitto tra me e i miei simili  deriva dal fatto che non dico quello che penso e  non faccio quello che dico. In questo modo la situazione tra me e gli altri s'ingarbuglia e si avvelena sempre di nuovo e sempre di più. (...)  Con la nostra contraddizione e la nostra menzogna alimentiamo e aggraviamo le situazioni conflittuali e accordiamo loro potere su di noi al punto che ci riducono in schiavitù. Per uscirne c'è una sola strada : capire la svolta - tutto dipende da me - , e volere la svolta - voglio rimettermi in sesto" (pp. 45-47).
L'egocentrismo può essere superato se si parte da una spiritualità ed una cultura del noi : la prima deve garantire il "sentirsi in famiglia", la seconda deve permettere l'incarnazione nella società. Saper valorizzare le pietre di scarto, facendone qualcosa di necessario, riesce soltanto a coloro che non sono concentrati su se stessi, ma piuttosto fuori di sè, sull'altro. Il conflitto del potere, il conflitto della ricchezza, il conflitto del piacere : queste tre forme di conflitto nascono quando l'io intende accontentare se stesso piuttosto che promuovere l'altro. Si fa di se stesso un marmo prezioso (un marmo di Carrara, esportabile in tutto il mondo) e dell'altro solo una pietra di scarto. Se voglio bene all'altro come a me stesso, rovescio la situazione : finisce il conflitto e inizia la collaborazione; si boccia l'avidità (il volere sempre di più) e s'impara il dono; si scopre la preziosità del dolore (è la radice che fa crescere la pianta). Lo scambio di vita non è più una lezione da impartire all'altro, ma soltanto un dono da offrire con disinteresse.  il don

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