martedì 13 maggio 2014

il lavoro dall'amore reciproco

Il lavoro non è soltanto un diritto da reclamare; neppure è qualcosa da ottenere con una raccomandazione. Infine, non è qualcosa da comprare pagando la tangente (papa Francesco la chiama "dea tangente").
Il lavoro lo si può inventare (o creare) per l'amore reciproco con almeno una o, meglio ancora, con più persone. Non lo avresti mai detto o pensato, eppure il Vangelo vissuto fa di questi miracoli. E' successo a me! Potrebbe accadere a tanti! D'altronde Gesù già insegnava ai dodici ad essere lungimiranti, quando diceva di non aspettarsi l'adesione in patria e di prepararsi a percorrere altri villaggi e altre città per portare la buona notizia. Ciò che conta è sentire di essere portatori di un dono; la missione poi si afferma da sè, anzi altri la porta avanti per il semplice fatto che è ancora la reciprocità l'affare più grande : se io do gratuitamente, trovo altre persone che fanno lo stesso.
Allora, mettiamoci in viaggio, senza la pretesa di insegnare cose nostre, ma soltanto col desiderio di risvegliare la "buona notizia", e di fare insieme cultura, dialogando e inventando lavoro, che è dignità e vivere insieme più che far denaro e benessere. 
La passione di conoscere, studiare, imparare apre il mondo del desiderio (non s'avverte quasi più il fardello del dovere) e della comunicazione (non si studia per se stessi, ma per avere più consapevolezza nell'interagire con altri). In colui che è scoccata la scintilla dello studio, scoccherà anche la scintilla del lavoro!           Fare qualcosa per passione è più che un dovere! 
il don

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