lunedì 2 settembre 2019

Peccato!

Li chiamiamo errori.   Non diciamo più peccati ( amarthìa è l'empietà), perché non riconosciamo più la pietà come l'atteggiamento fondamentale nella relazione con Dio e l'altro essere umano. 
Colpa del narcisismo che ha sviato la coscienza in modo tale che non sia più trasparente!
Le umiliazioni per le nostre cadute, il riconoscimento dei peccati, le lacrime per averli
commessi sono il segno della ripresa. Un primo segno è questo: invece di essere esigenti, diveniamo più tolleranti e pazienti.  Un secondo segno: ridiamo speranza
perché l'abbiamo ricevuta di nuovo in dono dentro di noi. Un terzo segno : viviamo questa giornata come fosse l'ultima, ponendoci di fronte alla morte come di fronte ad una sorella e non ad un nemico.       (mneme  thanatou, dicevano i Padri, rafforza il senso del vivere).
Il fatto di perdonare coloro che ci hanno offeso o procurato un male grosso, può renderci superbi. L'altro sente questa superbia, spesso nascosta, a volte manifesta;
perciò non ci dà la soddisfazione del suo riconoscimento. 
Soltanto quando riconosciamo dentro di noi il peccato e ne chiediamo perdono, 
ritroviamo luce e forza, facendo fare alla relazione un salto di qualità.
                                      il don

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