martedì 4 settembre 2018

La povertà spirituale

La povertà spirituale è necessaria a tutti: ricchi e poveri, scienziati e analfabeti, intellettuali e operai, politici e cittadini.
La preparazione alle competenze non può mancare a nessuno: né al contadino che lavora la terra, né al medico che cura le malattie del corpo, né all'ingegnere che fa un progetto e ne segue la realizzazione, né all'operaio che esegue con attenzione l'opera.
Ma l'esperienza, cosa diversa dalla competenza, offre la possibilità di un incontro  profondo tra la conoscenza delle cose e l'intimo delle persone. Sono rimasto colpito da una riflessione della piccola sorella Magdeleine, riportata da Renè Voillaume nel volume Clarles de Foucauld e i suoi discepoli : mostra in maniera chiarissima l'armonia che deve regnare tra conoscenza intellettuale e povertà spirituale. La piccola sorella così scriveva al piccolo fratello: "E' necessario che metta per iscritto il mio pensiero a proposito delle fraternità di studio.   (...)  Penso che bisogna farsi "tutte a tutti", e che nessuna classe , nessun'anima debba essere respinta.".  La lettera è del 1947, quando la lotta di classe era nel pieno del suo fervore e coinvolgeva anche tanti credenti cattolici e cristiani.  Continua sorella Magdeleine: "E' la carità soprattutto la prima testimonianza da dare, una carità impeccabile, senza alcuna ombra ... Sono stata tutta la vita in lotta contro gli altri ...  Adesso, con tutta la sofferenza del mio cuore, io deploro questo "contro".  "Mi perdoni, padre, ma io non amo la discussione teologica in sé ...né le spiegazioni o gli studi ... Naturalmente dall'uno o dall'altro religioso ho ben inteso qualche eco di dispute teologiche, in cui gli uni screditavano i gesuiti, gli altri i domenicani ...".   
L'umiltà del cuore e dell'intelligenza supera  e non cerca nella disputa l'affermazione del proprio punto di vista; al contrario, si affida allo Spirito Santo nella ricerca di ciò che unisce e fa vivere la carità e la concordia.
Nella teologia e nella catechesi occorre evitare intellettualismo e astrattismo, nozionismo e dottrinarismo. L'apprendimento della vita divina deve accompagnarsi al vissuto della condizione umana: la comunicazione di esperienze può far luce sui problemi  e sugli interrogativi esistenziali. E' intorno a questi che si giocano le scelte di vita, grandi e piccole di ogni giorno.     il don

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