martedì 14 agosto 2012

letto per voi: Mai senza l'altro

Michel De Certeau, "uno storico affascinato dall'avventura mistica", si potrebbe anche dire "dall'esperienza mistica". Infatti non c'è vera esperienza, se non ci si inoltra nel rischio di un'avventura. E' attraverso l'avventura che si possono fare nuove scoperte, vedere altri mondi, non fermarsi all'apparenza ma entrare delicatamente nell'interiore. Chi disprezza l'avventura e l'esperienza, rischia di rimanere prigioniero del vecchio mondo. De Certeau è un gesuita che ha viaggiato nel mondo della differenza e dei conflitti. Quando parla del luogo, lo dice un evento. Il momento privilegiato, l'evento (nel linguaggio neotestamentario, il Kairòs) da origine alla storia, che è un itinerario, un cammino di continuità, nonostante le crisi e i conflitti che tentano di azzerare l'evento. L'esperienza è indizio di un mutamento nel linguaggio (pp.109-113): il linguaggio nuovo è esigito sia dal discorso scientifico, sia dal linguaggio affettivo-amicale; dal primo si esige il rigore, dal secondo l'autenticità. Si considera linguaggio fiacco: il politichese, l'ecclesialese, il mediatichese, ...Perchè si considera fiacco un certo linguaggio? Perchè non dice niente alla persona; non investe nella relazione; si rifugia nella rappresentazione dell'istituzione. Le passioni, i conflitti ( continua De Certeau) possono diventare "un'iniziazione all'esistenza dell'altro". Sarebbe cosa triste, e forse anche inconcludente, un atteggiamento cristiano irenico, che rinuncia cioè ad ogni forma di lotta, che si tira da parte pur di godere comodità. Cristo stesso ha detto: "non sono venuto a portare la pace, ma la spada". Senza una lotta per qualcosa di più autentico, di più puro, di più giusto, di più profondo, di più alto,  di più amaro e di più dolce, tutto rimarrebbe piatto, scialbo, insipido, alla fine persino disgustoso. Un palato raffinato sa gustare un buon piatto, sa centellinare un buon vino; ma un assetato e un affamato sanno apprezzare molto di più un pezzo di vero pane e un bicchiere d'acqua fresca. De Certeau direbbe infine: "si diventa artisti, quando ci sottomettiamo alla realtà che squarcia i nostri sogni". Più che sognatori, realizzatori!           il don

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