sabato 8 settembre 2012

la rete

La rete non è un pulpito e neppure una cattedra. E' qualcosa di meno e qualcosa di più: è un esercizio di relazioni; richiede umiltà per imparare dall'altro, e coraggio per non lasciarsi trascinare dalla corrente. Richiede impegno notevole, non improvvisazione: nel rispetto per l'altro si può intravvedere quanto ognuno chiede a se stesso. L'obiettivo non potrebbe essere quello di salvare le apparenze o di costruirsi un'immagine, magari a scapito della verità, della giustizia e della compassione. Il linguaggio sboccato che si trova spesso nei commenti, non sarebbe grave sotto l'aspetto morale; l'aspetto più grave è la superficialità e l'ignoranza che mostra nei confronti della cultura, della comprensione dei problemi, del qualunquismo delle soluzioni che prospetta. La fretta,  della quale siamo vittime e preda, ci impedisce l'approfondimento, la cura del particolare e lo sguardo d'insieme, la riflessione personale, la presa di distanza dalle mode correnti.  La cultura industriale ci ha marcati: al posto del prodotto artigianale che richiedeva tempo e pazienza, ci rifila un prodotto che è perlopiù merce di scambio e di denaro. La rete può cadere in una trappola mimetica : chi la usa potrebbe vedervi in essa soltanto un utile, un tornaconto; oppure qualcuno potrebbe utilizzarla come passatempo. L'una e l'altra cosa non svilupperebbero la relazione tra persone. Nella relazione ciò che conta davvero è smascherare l'io falso e affermare l'io vero: un esercizio che muove tra interiore ed esteriore, perciò non ha paura di confessare il proprio limite e di riconoscerlo quando gli venisse prospettato dall'altro. La rete mi appare come esercizio di relazioni: ciò che mi appassiona non è tanto il poter fare soldi, neppure il costruirsi un'immagine d'apparenza...; è l'opportunità di interagire per preparare un nuovo umanesimo. Perciò tutto il positivo va salvato, ed il negativo bandito. E' la FEDE NELL'UMANITA' che può aiutare a riscoprire l'amore e l'odio, la scelta tra la colpa oggettiva e le sensazioni individuali della colpa. La rete offre la grande opportunità di superare il soggettivismo, ogni forma di chiusura individualistica, di rimettere in gioco l'intersoggettività, di superare la contrapposizione tra l'ideale e la prassi. Il gioco scoperto è sempre un gioco ben fatto, il gioco truccato viene sempre scoperto: lo sanno tutti coloro che puntano sull'inganno e sulla menzogna. Certo, c'è oltremodo bisogno di passare all'azione e alla pratica, ma sempre guardando in alto e lontano; l'utile immediato potrebbe dimostrarsi una trappola e finire col rompere la rete.   il don

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