venerdì 5 luglio 2013

vita comune

Il libro "Vita comune" di Dietrich Bonhoeffer è un resoconto di un'esperienza coi giovani pastori che si preparavano al servizio pastorale. Il primo capitolo è intitolato "comunione". Riassumo i punti fondamentali di questo capitolo : anzitutto la vita del cristiano è stare in mezzo ai nemici (niente, mettersi comodi); in secondo luogo, il desiderio e la gioia della comunione vince la solitudine (il desiderio nasce all'interno, ma abita l'esterno); la crescita deriva dalla Parola di Dio  ( è il vivere la Parola che trasforma la persona); la testimonianza del fratello è, per il cristiano, Parola viva, cioè dona la pace e supera il conflitto; l'amore fraterno chiede la pratica del perdono piuttosto che il giudizio; la comunione cristiana si motiva a partire da Gesù Cristo, non a partire dalla propria interiorità e devozione. La comunione come sogno è un ideale umano, che conduce alla crisi; ma da quella crisi, la fede e la carità possono uscire più radicate in Dio, che è il fondamento della realtà della vita comune. La conversione dalla propria visione ideale alla visione di Dio si esprime nella gratitudine per ciò che si è ricevuto!
Il cristiano  della chiesa confessante non s'attarda a parlare di metodi e tecniche pastorali coi giovani pastori, ma riporta l'evangelizzazione al primato della Parola di Dio, all'accoglienza e al vissuto di Essa. Far vivere la Parola vuol dire relazione spirituale, non amore psichico. Così la comunità si edifica con quel primo e fondamentale servizio che è "ascoltare la Parola" : il primo servizio non è quello di parlare, ma quello di ascoltare. Questo ascolto comporta il "sopportare il peccato dell'altro". Ma "il peccato reso esplicito nella confessione, perde il suo potere". 
 Ci troviamo di fronte ad un testo che converge con molti testi della prassi sinodale dei primi secoli. Si dovrà riprendere questi testi di Atanasio, Basilio, Gregorio di Nazianzo, Agostino d'Ippona, Ireneo di Lione, Martino di Tours; si potrebbe scorgere quanto bisogno la chiesa di oggi abbia di quella prassi sinodale!
  il don

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