sabato 24 agosto 2013

la diversità di genere

Questo intervento non è a difesa dell'omofobia, neppure intende mostrare disprezzo nei confronti dei gay. Intende piuttosto mettere a fuoco un aspetto che la cultura omologante, conformista  e narcisista contemporanea si mostra incapace di comunicare e valorizzare. Si tratta della diversità tra maschio e femmina, che la Bibbia, già nel Genesi, esprime  con un'immagine corporea e realistica : il maschio è il puntuto (il termine ebraico è isch), la femmina è la forata (in ebraico ischà). Nella dimensione psicologica e spirituale, neppure si potrebbe omologare la figura paterna con la figura materna, perchè diverso è il modo di rapportarsi alla madre ( con lei il figlio o la figlia intrattiene sempre un rapporto viscerale ) da quello di rapportarsi al padre ( con lui il figlio o la figlia intrattiene un rapporto dello spirito ). Con la madre si può comunicare visceralmente, emozionalmente e sentimentalmente; col padre occorre comunicare razionalmente, pragmaticamente. Le donne che ai nostri giorni negano la loro capacità recettiva quando, per imitare gli uomini, scimmiottano un'intraprendenza che presto mostra il fallimento sul piano propriamente umano. Gli uomini che non sono capaci di cogliere nel genio femminile la capacità di donazione, sono ancora dei padri-padroni e dei mostri di narcisismo. 
La diversità di genere, per venire alla luce, ha bisogno di una cultura non omologante e neppure narcisista. Sono anzitutto il padre e la madre, quando il primo ha sviluppato in pienezza l'essere maschio e quando la seconda si è realizzata come femmina, a educare alla diversità di genere il bimbo e la bimba. Quando Paolo di Tarso dice che l'esser cristiani non comporta la rivendicazione della distinzione tra giudeo e greco, tra schiavo e libero, tra uomo e donna, perchè in ognuno è Cristo ad essere formato, forse ha dimenticato, per essere più chiaro, di ricordare alla donne che il loro modello più vicino è la madre di Gesù, la donna pienamente realizzata in quanto donna. E' chiaro però che lì Paolo sta facendo un discorso teologico, non pedagogico e psicologico.
Non me ne vogliano il governatore Nichi e neppure l'arci-gay se dico : evitiamo di trattare certi argomenti come si farebbe la pubblicità alla Coca Cola; trattiamo gli argomenti che riguardano l'umanità con  la responsabilità di chi sta costruendo un nuovo umanesimo!
il don

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