giovedì 5 settembre 2013

emergenza catechesi 2

Un chiacchiericcio, un pettegolezzo, un giudizio o una stroncatura verso qualsiasi persona da parte di un cristiano qualsiasi e tanto più da parte di un catechista, rimane un fatto indifferente, o piuttosto non affossa la testimonianza, invece di darle quella rilevanza che soltanto un fare ed un dire secondo le parole del vangelo potrebbe porre un discrimine tra l'agire mondano e l'agire cristiano?
In effetti, se tanti catechisti si lamentano dell'assenza dei ragazzi e delle ragazze dal catechismo, e se anche i genitori una volta avvisati non assegnano alla cosa nessuna importanza, non è forse vero che il sacramento è divenuto un fatto puramente formale di culto, senza un aggancio reale alla vita quotidiana?
Documenti e testi rinnovati non sono mancati in questi ultimi decenni; pochissimi catecumeni ne hanno fatto tesoro; la maggior parte è rimasta al palo. Quelli tra i catecumeni che hanno fatto esperienza cristiana, sono stati accompagnati da una comunità parrocchiale viva e da una famiglia cristiana. Perchè quì ciò che è in gioco è vivere il vangelo nei fatti e nelle parole. 
La pressione sociale e culturale mondana sembra più forte. E' chiaro che da soli non si può vivere la fede, altrimenti Gesù non si sarebbe premurato di dar vira alla comunità degli apostoli e dei discepoli. E' nella comunità che crescono la fede, la speranza e la carità. Crescono nell'aiuto reciproco che i  cristiani si donano.  il don

1 commento:

  1. Forse occorre un po' di coraggio e aprire nuove strade. Per quanto riguarda prima comunione,riconciliazione e cresima evitiamo il sacramento di massa. Il catechista, quando lo ritiene idoneo, proponga il catecumeno alla comunità affinchè riceva il sacramento. In tal modo riduciamo l'effetto mondano. Giuseppe Summa.

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