sabato 7 ottobre 2017

Correzione

"Caratteristica della vera moralità è il desiderio di correzione. Il termine si ricollega a una parola latina che indica il camminare reggendosi insieme". (Luigi Giussani, L'avvenimento cristiano, ed. Rizzoli, Milano 1993, p. 76).
Colui che fa con frequenza l'esame di coscienza  è capace di autocorrezione. Questa è più facile da accettare rispetto alla correzione che viene dall'altro, la quale implica  l'accettazione di una umiliazione. L'altro che mette a nudo una mia mancanza, in qualche modo mi umilia, mi costringe ad ammettere un limite, un peccato, umilia
il mio narcisismo.
A meno che la correzione non sia praticata reciprocamente, in un cammino di vita comunitaria: allora non ci sarebbe più umiliazione, ma emulazione reciproca nel ricominciare a tendere con più intensità e impegno verso il compimento dell'ideale.
Matteo 18,15 intende proprio questo quando dice: "Se tuo fratello pecca, correggilo".
Non si parla del fratello di sangue; il riferimento è al fratello cristiano. Quest'ultimo
legame è molto più intenso, molto più libero, molto più ideale del legame di sangue.
La coscienza morale si affina attraverso la correzione. La pratica della correzione fa rivivere la comunità, la quale si spegne quando ognuno difende il proprio narcisismo.
                 il don

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