venerdì 6 ottobre 2017

L'evento

La parola ebraica e biblica "ruah" dice spirito e vento. Il profeta Elia incontra Dio nel vento leggero (come si legge nella Bibbia : nel ciclo di Elia).
Che cos'è l'evento se non un incontro imprevisto e imprevedibile, che sorprende ?
Allora, nella sorpresa dell'evento, il tempo ha un protagonismo oppure è soltanto
un ricevitore passivo?
Agostino, nelle Confessioni, prova a dire qualcosa sul dinamismo del tempo: il presente del passato è la memoria; il presente del presente è l'attenzione; il presente del futuro è l'attesa. L'evento, dunque, è un incontro che avviene nel presente, ma intrattiene una relazione col passato attraverso la memoria, ed una prefigurazione del futuro attraverso l'attesa. Questa visione è essenzialmente cristiana: in essa si trova la riconciliazione col passato (né i tragici greci, né Platone e Aristotele avrebbero potuto mai teorizzare una tale visione), la sua redenzione e la sua salvezza; si trova anche la speranza del futuro, che non sarà né disperato né utopico, perché il passato è stato salvato; si trova l'attenzione alla Presenza, nel presente.
Diceva Tertulliano, un teologo del secondo secolo, che il vescovo Cipriano di Cartagine, ricordava essere stato suo maestro di catechetica e di catechesi : "Caro cardo salutis", ossia "Il cardine della salvezza è la carne di Cristo", non uno spirito senza carne, né un vento uragano tempestoso. Di fronte a tale "notizia buona", ossia il matrimonio dello spirito con la carne, sia i tragici greci sia i grandi filosofi (Socrate, Platone, Aristotele) avrebbero rivolto uno sguardo di commiserazione e per disprezzo  non avrebbero detto neppure una parola di commento.   il don

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