sabato 22 dicembre 2012

Dio si è fatto bambino

"L'incarnazione di Dio non è idillio, è scandalo: Dio ci viene incontro nell'umiltà di un bambino". Così il vescovo Klaus Hemmerle invitava a meditare su un dono di grazia che non ha niente di edulcorato; l'evento mostra sì tutta la tenerezza di un Dio che non rimane estraneo o lontano rispetto al dolore ed al male umano, ma al prezzo di una crocifissione che  inizia già nella nascita, con l'abbraccio alla povertà, alla mitezza, alla precarietà, al nascondimento. Mentre il percorso umano tende al divenire adulto, per mostrare potenza, ricchezza, forza, immagine di dominio e di violenza, il Dio-Uomo mostra una Via nuova, una Vita inedita, una Verità vissuta. Il dare la vita si coniuga non con una verità oggetto di controversia ma col riconoscimento dell'altro e con una strada che sarà percorsa insieme. L'esperienza del nuovo inizio avviene quando non ci si scandalizza più, quando il cuore segue la stella. Dice il vescovo Hemmerle: "Il tuo cuore non si è ingannato, inginocchiandosi dinanzi al Bambino". Gesù lo dirà a chiare parole: "se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli". Bisogna lasciare a Dio l'iniziativa, per essere sicuri di centrare il bersaglio; nello stesso tempo occorre fare tutto rimanendo uniti alla sua volontà e come se tutto dipendesse dal mio amore e dalla mia azione. Dio fa nuova la storia; ed il cristiano è chiamato al fare come al contemplare.  Il lavoro senza preghiera rimane ancora sotto il segno della maledizione; la preghiera senza lavoro rinnega il grande lavoro di Dio dentro l'avventura umana. Dio s'è avventurato quando ha assunto la natura umana, non ha programmato cioè una vita comoda per se stesso; non ha scelto nè la potenza nè la ricchezza e neppure un'immagine spettacolare per imporsi. Ha seguito la sua stella, la stella del suo cuore, l'amore (che è lo Spirito, ossia il dono); per arrivare a noi s'è affidato alla stella. Chi poi ha seguito quella stella è giunto alla grotta dell'amore e ha scoperto che povertà, umiltà e abbandono nascondono la regalità di Dio ed il far parte del suo regno. Il peccatore è stato circondato dall'amore, non condannato. Si può riconoscere la stella dell'amore che perdona solo quando si è sperimentato tutto il peso angoscioso e opprimente  del peccato. L'amore è un atto di liberazione, più dell'intelligenza. Può fare nuova la storia l'umanità che sposa Dio, non quella che lo ignora e ne rimane lontana.  il don 

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