martedì 18 giugno 2013

senza potere

E' stato tradotto e pubblicato in Italia  (2013), con il titolo "Il potere dei senza potere", un testo certamente datato di Vàclav Havel, ma  in esso si possono trovare interessanti riflessioni sui "movimenti dissidenti", note che vanno oltre la storia del post-totalitarismo in "Boemia" (Cecoslovacchia) negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso.  Si dice con chiarezza che si trattava  di scegliere tra la "vita nella verità" e la "vita nella menzogna". Lo "storico incontro tra dittatura e civiltà consumistica" è avvenuto con "un adattamento alla "vita nella menzogna"  (p. 31). La dittatura comunista ed il consumismo capitalista avevano inteso "sacrificare l'integrità morale e spirituale della persona alle sue sicurezze materiali". (p.31) La primavera di Praga e poi Charta 77 manifestavano un sintomo nuovo: una specie di "stanchezza della stanchezza" (p.44). Questi movimenti nascono in un ambito pre-politico più ampio della politica, dove il "confronto è tra la "vita nella menzogna" e la "vita nella verità" (p.46). La sottovalutazione della politica riguardo ai processi pre-politici ha favorito sia pure indirettamente e paradossalmente l'affermarsi dei "movimenti dissidenti", i quali hanno preso a "difendere l'uomo e le intenzioni reali della vita contro le intenzioni del sistema" (p.78). 
"La cultura è quindi la sfera in cui è possibile riscontrare la forma più evoluta di struttura parallela.  (...) Ad un certo grado del proprio sviluppo, i movimenti dissidenti non possono fare a meno di certi elementi di organizzazione. (...) Si può dire che le strutture parallele rappresentino la manifestazione più articolata della vita nella verità. Ecco un'ulteriore conferma che lo spazio più peculiare e il punto di partenza di tutti i tentativi della società di resistere alla pressione del sistema è l'ambito "pre-politico"". (pp. 95-96)
Provo a tirare una conclusione, che potrebbe anche rappresentare un punto di partenza nuovo per l'oggi, cioè il "quì e ora": quando il "sistema potere" non riesce a valutare bene la situazione umana e culturale, perchè guarda soltanto agli organigrammi, allora l'urgenza del progetto umano e culturale spetta ai "senza potere". E' chiaro che i "senza potere", oggi, sono soprattutto i giovani, ma anche quegli adulti che non  prendono parte alla spartizione  della torta col sistema potere. Come un gioco serio, getterei una palla al centro,   per dare vita ad una "Cattedra dei senza-potere"  giovani e adulti, luogo d'incontro più che di lezioni scolastiche.  il don 

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