sabato 21 maggio 2016

Rita da Cascia

La moglie di Jean Guitton, il filosofo francese amico di papa Montini, era devota di Santa Rita da Cascia. Spiegava a suo marito filosofo il segreto della "santa delle cause impossibili": io trovo sempre un quadrifoglio (un fiore molto raro) non perché lo abbia cercato, ma perché l'ho meritato. Il che implica più distacco che attaccamento, un riceverlo più come dono che come una conquista.
Il filosofo francese ha lasciato scritto che un giapponese è stato il discepolo che ha meglio compreso e sviluppato il suo pensiero. Un lontano piuttosto che un vicino; un orientale piuttosto che un occidentale; un asiatico piuttosto che un europeo.
 "Nella nostra vita accade non ciò che noi meritiamo, ma ciò che ci assomiglia" : così dicendo, il filosofo francese riprendeva, rendendola intelligibile, l'intuizione della moglie.
Il filosofo dell'incontro e degli incontri ha dispiegato il suo pensiero proprio a partire da quell'evento che cambia la vita : il dono può essere anche una catastrofe (come l'assassinio del marito, nel caso di santa Rita) a imprimere una svolta nelle relazioni. Così è successo che Rita da Cascia, a partire da quella tragedia, ha dato una svolta non solo alla propria vita,         ma alla vita del suo paese e del convento nel quale è stata "trasportata"  dopo la morte del marito. Da un evento catastrofico, nascono relazioni nuove; finiscono i partiti che si combattono; nemici si riconciliano e s'incontrano.  Il quadrifoglio è un dono che bisogna meritarselo, diceva la moglie del filosofo.  il don

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