venerdì 17 febbraio 2017

PRECARIETA'

La precarietà è  strutturale, ai nostri giorni. Per cui, la regola da accettare sarebbe quella di dividersi. Ad unirsi e riunirsi non si tenta più. Basta un'idea, una parola, un'azione o un gesto, per creare la divisione.
C'è poi un equivoco ulteriore, creato dalla facilità di comunicazione della rete: sono annullate le distanze ...  Illusione e, di concerto, delusione .....
Con la precarietà occorre imparare a convivere: più sconfitte che vittorie, più passaggi da una situazione ad un'altra ma senza arrendersi, più critiche che applausi, più perdite che guadagni, ....
Una cosa s'impara da questo mondo sempre più precario  : la pretesa di gratificazione istantanea è una grande presa in giro. L'alternativa, che potrebbe apparire modesta, ma è l'unica che si può vivere : tornare a coltivare l'interiore per essere in grado di donare ogni giorno qualcosa di bello nelle relazioni.
Senza rancore per gli affermati e gli stabili: se non ci si espone alla vulnerabilità e all'insicurezza, si perde se stessi, come hanno perso se stessi coloro che hanno avuto il "posto fisso", "l'idea fissa", ...
Guarda più dentro che fuori, dentro di te per comprendere il dentro dell'altro. E' il solo modo per non perdere la speranza, in un tempo in cui tutto il negativo cresce, ed il bene non si riesce neanche più a vederlo.  Ho parlato a me stesso.  Sono matto? il don

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