sabato 27 ottobre 2012

l'atto di guerra e l'atto di fede...

Una cosa è l'atto di fede; un'altra cosa è l'atto politico; un'altra cosa ancora è l'atto morale. Per comprendere, ecco un esempio. Nel secolo scorso, quando scienziati ebrei, come Einstein, Fermi, ecc. si rifugiarono negli Stati Uniti, per la persecuzione che in Europa imperversava contro gli ebrei, e costruirono la bomba atomica su richiesta del governo americano, compirono un atto politico, si può dire, di legittima difesa, ma dal punto di vista morale commisero una colpa, che avrebbe gravato perennemente sul futuro dell'umanità. Heisemberg e gli scienziati tedeschi a Lipsia continuarono a lavorare, intorno al progetto "uranio", ma orientando la ricerca nella costruzione della pila atomica, non della bomba atomica. Questi ultimi riuscirono a creare una convergenza tra atto morale e atto politico: sarebbe stato un suicidio dell'umanità consegnare a Hitler la bomba atomica; perciò la loro ricerca fu più lunga ed elaborata di quella dei colleghi americani. Che cosa creò, negli scienziati americani, la divergenza tra atto morale e atto politico? La perdita della fiducia, potremmo anche dire, la mancanza di fede. Poichè l'atto di fede, o della fede-fiducia, non dovrebbe mai porre il dubbio sul legame d'amore che unisce tutti gli esseri umani; come l'atto di fede in Dio non può mai dubitare della sua Parola. Inoltre occorre dire che la difesa, sia pure quella legittima, sarà sempre qualcosa di meno di quell'atto di fede che diviene atto d'amore nel "dare la vita" all'altro, invece di toglierla. Heisemberg e gli scienziati tedeschi rischiarono la sconfitta del proprio paese, ma non vennero meno al doppio principio di lealtà verso la comunità scientifica internazionale e verso l'umanità. In un certo senso ottennero la ricompensa, perchè la bomba atomica non fu usata dal governo americano contro la Germania. L'atto di fede è sempre anche un atto d'amore : e alla richiesta di pace risponde con la pace. L'atto di guerra è sempre una mancanza di fede e d'amore: ciò che provoca è lo scompiglio nelle relazioni. Fidarsi della Parola non è solo fare del bene all'altro; è fare anche il proprio bene. il don
 
 

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