giovedì 18 ottobre 2012

Vangelo e storia

Martino, nato in Pannonia intorno al 316, eletto vescovo di Tours nel 372. E' stato colui che ha evangelizzato la Gallia. Il suo biografo, Sulpicio Severo, dice che era considerato "un personaggio spregevole, ed era indegno dell'episcopato un uomo dall'aspetto miserando, dal sordido abbigliamento, dalla capigliatura arruffata". Martino era stato dapprima un soldato e poi monaco; aveva fondato e diffuso il monachesimo in Gallia, e volle che anche lì, come altrove, l'istituzione monastica servisse ad un fine dottrinale, cioè fosse la roccaforte in difesa dell'ortodossia. La sua forza era vivere il Vangelo: da soldato aveva condiviso il mantello con un povero, da vescovo si mostrò mite verso i peccatori e gli eretici che si pentivano. Con l'imperatore Massimo, l'usurpatore di Graziano, Martino si mostrò invece forte: chiese e ottenne da Massimo, in una certa misura, la clemenza verso coloro che avevano combattuto a fianco di Graziano. Mentre altri vescovi si erano piegati all'adulazione e all'asservimento dell'usurpatore Massimo, Martino conquistò l'animo del nuovo imperatore più col distacco che altri col servilismo. L'abbazia di Marmoutier, a tre chilometri da Tours, conobbe un'intensa vita culturale, divenendo famosa come centro specializzato nella redazione di manoscritti. Martino aveva compreso che il monachesimo non poteva essere soltanto luogo di pratica evangelica; dal suo interno doveva irradiarsi l'evangelizzazione del mondo circostante. Fu tentato sopratutto dall'adulazione e dalle lusinghe dell'imperatore, ma  attento sempre ad un accurato esame della propria coscienza, mostrò di essere distaccato dal proprio interesse, prodigo di perdono verso i nemici; e pur esponendosi ai colpi con mitezza, non mancò di fermezza nella difesa della verità cristiana. Poveri furono la tavola e l'abbigliamento, ricca la sua sapienza. il don

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