mercoledì 21 novembre 2012

psicologia e spiritualità

S. Freud non ha conosciuto mistici ed esperienze mistiche; C.G. Jung era figlio di un pastore riformato, ma questi non era in grado di discutere col figlio intorno alla fede e al mistero cristiano; C. Rogers aveva studiato teologia per diventare pastore, ma subito l'abbandonò per la psicologia umanistica, nella quale divenne un esperto mondiale. Si potrebbe continuare con altri esempi; e si potrebbe avere l'impressione, peraltro non infondata, che la cura d'anima dello psicologo tenda a prendere il posto della cura d'anima dello spirituale. Come stanno le cose? Dio si è stancato di formare guide spirituali oppure ha voluto creare una specie di concorrenza tra lo psicologo e la guida spirituale? La cosa è molto più complessa e anche più semplice di quanto appaia. La crescita dell'umanesimo non è in opposizione alla vita cristiana autentica. Allora bisogna proprio dire che lo sviluppo della psicologia non crea fastidi alla vita di fede e di carità cristiana. Lo Spirito Santo fa crescere i sensi spirituali del credente sia nella sanità psicologica sia nella malattia psichica.La fede cresce se si ama; la si perde se si fa soltanto ciò che piace. L'esperienza spirituale è mediata dalla cultura, ma spesso la supera: lo Spirito Santo, che è guida nell'esperienza di fede e di amore, crea nell'anima e nelle relazioni tra persone un ambiente divino di libertà e di gioia che supera il "patire" più crudo. Un esempio: nel Seicento francese, il padre Surin, un gesuita, "grande mistico nonostante lunghi anni di malattia mentale", ha lasciato un racconto dell'esperienza spirituale di lotta contro il demonio da lui sostenuta per togliere alle suore di Loudun la possessione diabolica. Quelle suore in convento conducevano vita esemplare; in pubblico dicevano cose strane e compivano gesti insensati. Michel de Certeau, uno storico appassionato di mistica, ha curato la Corrispondenza che Surin ha intrattenuto con quelle suore. La psicologia non va nè combattuta nè esorcizzata, e neppure va considerata concorrente della "confessione sacramentale"; anzi va scoperta come scienza utile e necessaria alla guida spirituale. Ormai sappiamo dire con chiarezza la differenza tra i sensi di colpa che la psicologia individua e può guarire in quanto malattie della psiche, ed i peccati che sono invece malattie dello spirito e vanno curati con la grazia dello Spirito Santo. Il Vangelo ci aiuta a comprendere come le guarigioni spirituali operate da Gesù manifestino una certa diversità d'influenza esercitata dal demonio. In alcuni casi la possessione diabolica è manifesta: lì Gesù fa col demonio un corpo a corpo per scacciarlo. In altri casi, il demonio si nasconde, quando induce le persone ad agire secondo il mondo (secondo  la massa) creando l'illusione che quel comportamento condiviso da tanti è pur lecito. Zaccheo vince il demonio ed il mondo quando all'avidità sostituisce il dono. Maria di Magdala, dalla quale erano usciti sette demoni, si mette a seguire Gesù infiammata dalla sua Parola, e non viene più molestata dal diavolo. Il buon ladrone, sulla croce, ruba il Paradiso, facendo ricorso a quell'esperienza di vita e a quel lavoro in cui era esperto. Conclusione: ci sono malattie dello spirito che la psicologia non può guarire. Questo dovrebbero saperlo gli psicologi: essi non dovrebbero più presumere di operare ogni guarigione. Questo è per loro un momento di umiltà; come momento di umiltà c'è stato anche per le guide spirituali, condotte dallo Spirito Santo a non presumere eccessivamente della dottrina acquisita ma a porsi di continuo sotto la guida divina. Ora si potrebbe aprire una feconda collaborazione, che superi la concorrenza, tra psicologi e guide spirituali. Purchè ognuno faccia bene il proprio mestiere e accetti di imparare dall'altro. il don

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