sabato 15 luglio 2023

Vero e falso

 Tra la filosofia come comprensione e la filosofia come rivoluzione Karl Marx aveva fatto la sua scelta, quando aveva affermato che "sinora la filosofia ha interpretato il mondo; ora si tratta piuttosto di trasformarlo".  E come si potrebbe trasformarlo, senza prima averlo compreso?   Aveva ragione Augusto Del Noce a parlare di Marx come di "un acuto sociologo e di un debole antropologo". La riprova di ciò la si trova in un giudizio di Nicolaj Berdiaeff, in uno scritto "Le fonti e lo spirito del comunismo russo", citato da Augusto del Noce nel libro Il problema dell'ateismo p. 229: "Le dispute filosofiche della Russia sovietica SI PRESENTANO IN UN MODO PARTICOLARE: la distinzione del vero e del falso sembra meno urgente che la distinzione tra l'ortodossia e l'eresia."

Un'indicazione orientativa sbagliata a Marx l'aveva data Hegel quando aveva affermato "il reale è razionale ; il razionale è reale", annullando in questa maniera la tensione filosofica tra il reale e l'ideale. Infatti è in questa tensione che si trova sempre nella storia della filosofia la fecondità del pensare. Tra l'altro, Hegel dicendo che "la contraddizione è l'anima della realtà" e non piuttosto che "l'opposizione è l'anima della realtà", creando una finta dialettica tra tesi e antitesi (che si risolve in una irreale sintesi), sarebbe incorso in un errore di logica, che Romano Guardini ha così corretto. L'opposizione (Gegensatz) esiste: polo nord e polo sud esistono emtrambi; anche vita e morte sono in opposizione, ma non in contraddizione (infati la morte offre alla vita la possibilità di una differita). La contrraddizione invece, come ha affermato Wittgenstein, non può esistere in quanto s'identifica con l'assurdo. Ciò che ancora non conosciamo non è assurdo, ma mistero, ossia esiste ancora la possibilità che venga conosciuto.

Ha avuto ragione Berdiaeff a dire che la distinzione tra il vero e il falso subentra alla distinzione tra ortodossia ed eresia, anche perchè l'ortodossia viene richiamata all'ordine dall'ortoprassi, quando  avesse confinato la verità nell'astrazione tenendola lontana dalla vita o dal vissuto. 

Accanto alla distinzione tra vero e falso occorrerebbe aggiungere un'altra distinzione (riguardante il vissuto) tra autentico e illusorio.

                                                        don Carmelo Guarini

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