mercoledì 23 agosto 2023

La coscienza dell'Altro svela la coscienza dell'Io

 Husserl diceva che la "coscienza trascendentale è intersoggettiva". Merleau-Ponty aggiungerà (in parte modificando) che il di dentro e il di fuori (le dehors e le dedans) sono  uniti e si rovesciano l'uno nell'altro. Ciò appare chiaro nella pittura, nella scultura, nella psicoanalisi e nella filosofia (quella che non si fa più).   Nella musica (la più astratta delle arti) poi, si avverte immediatamente se c'è un compiacimento di rimanere nella crisi          (il piacere del vittimismo, sia pure surrogato della soddisfazione narcisista)          o se c'è invece un desiderio di uscire dalla crisi compiendo un investimento nella relazione che l'Io intrattiene con l'Altro.

Alla fine della sua vita Merleau-Ponty affermava che la cultura è avvento. Allora cos'è l'evento umano? Se non coincide immediatamente con la Natura, se già all'origine è un fenomeno culturale, allora la storicità primordiale dell'uomo è nascita alla morte? La contingenza umana è un CALCOLATORE che si consegna alla morte? E' "un essere per la morte" (Sein zum Tode), come diceva Heiddeger? 

Ma i primi uomini sapiens praticavano la sepoltura, a differenza delle scimmie che non si preoccupano di seppelire un cadavere. I primi uomini sapiens avevano innato il linguaggio. Le scimmie non riescono ad imparare il linguaggio umano e a replicarne il pensiero. Perchè vivere se la fine della vita (la morte) diviene il fine della vita? La morte che sconfigge la vita è una partita persa! Ancora : perchè esiste il linguaggio se non per sviluppare la relazione? Che significa anche un dialogo della Parola col Silenzio!

Lavorare senza fretta, saper aspettare. Il fare, lo sapevano già i Greci, non è solo quello del prattein (il fare tecnologico), c'è anche il fare del poiein (il fare dell'intelletto e dello spirito). L'essere umano è sempre soggetto di conoscenza, non può mai essere ridotto ad oggetto. Soggetto di conoscenza e soggetto della storia, l'essere umano aspira a vincere la propria contingenza. Per questo Merleu-Ponty diceva qualcosa che Sartre non risuciva ad accettare, cioè che "l'uomo non è l'assoluto". Sartre affermava con certezza che una volta assodato che l'assoluto non è più Dio, bisogna dire senza dubbio che l'assoluto è l'uomo. Come avrebbe potuto accettare Merleau-Ponty, da buon fenomenologo, che l'assoluto è contingente? L'assoluto è necessario: Merleau-Ponty non lo aveva ancora raggiunto; ci lavorava per raggiungerlo, quando la morte lo colse prematuramente. Il contingente, invece, è relativo, non assoluto. Il contingente ha bisogno dell'assoluto. Anche se l'uomo contemporaneo preferisce dire che il necessario ha bisogno del contingente, che Dio ha bisogno dell'uomo, e non vicevarsa. 

Il fatto è che l'uomo contemporaneo non è rimasto sapiens, si è evoluto in homo faber. Il lavoro sembra conferire all'essere umano la propria specificità . Ma che ne è della differentia individualis (teorizzata da Duns Scoto, e che gli scotisti hanno mutato in ecceitas)? Agli illumisti bastava la mutazione della sopravvivenza individuale in sopravvivenza della specie. Oggi che anche la sopravvivenza della specie è in serio pericolo (come avverte giustamente Carlo Rovelli),  torniamo ad interrogarci sull'identità dell'essere umano, che non può essere svelata se non dall'Altro. L'Io non può pensarsi da se stesso: c'è un Altro che lo pensa. Il cogito di Cartesio è stato corretto da Baader in cogitor. Prima di pensare, sono pensato! Non solo. L'altra grande novità del cristianesimo : non posso amare se non sono amato. Colui che mi ama, mi dona le coordinate dell'amore. L'Io non può crearsi la coscienza da se stesso. E' la coscienza dell'Altro che svela all'Io la propria coscienza.

                                               don Carmelo Guarini


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