martedì 15 gennaio 2013

il giudizio e la colpa

Il romanzo "La gloria" di Giuseppe Berto (Premio Viareggio e Campiello 1964), scava nel mistero del male, rivisitando la storia evangelica di Gesù di Nazareth, di Giovanni e di Giuda. Ha scritto lo stesso Berto a proposito di questo suo romanzo:"Sognavo un romanzo ambizioso e bellissimo e l'ho scritto pensando ai giovani e a tutti coloro che non credono in Dio, ma sentono l'angoscia di non crederci". Nel frontespizio leggiamo questa citazione dal libro di Giobbe 40,8 :"Vuoi tu annullare il mio giudizio? Incolpare me per giustificare te stesso?". La colpa è posta di fronte al giudizio, non al di sotto di esso. Ciò che colpisce nella lettura di questo romanzo è il porsi dell'autore dalla parte di Giuda contro Giovanni, "il discepolo che Gesù amava".  Perchè Giovanni si accanisce contro Giuda, chiamandolo "ladro" e "traditore", mentre Gesù stesso, vittima sì ma al tempo stesso complice del suo traditore, chiama Giuda "amico" proprio nel momento del tradimento, nell'orto degli ulivi? E prima ancora, durante l'ultima cena, Gesù sembra ancora complice di Giuda quando sollecita il discepolo che teneva la borsa (la cassa dei risparmi) a compiere il suo compito: "quello che devi fare, fallo presto". Non Gesù, ma Giovanni, dice Berto, ha posto su Giuda il giudizio di condanna per la colpa. Gesù, sino alla fine, lascia a Giuda aperta la via dell'amore...Se "il racconto è dolore", come diceva Eschilo, certo Giovanni ha raccontato una storia di morte e di dolore; ma perchè guardare con pietà il dolore e la morte di Gesù, mentre il dolore e la morte di Giuda è trattata con disprezzo? Perchè l'evangelista del "fratello", e non del "prossimo", non si mossò a pietà di "fratello Giuda", quando in Gesù non si vede ombra di risentimento e di definitiva condanna?
Infine, conclude Berto, lo stesso grido angoscioso di Gesù "Dio mio, Dio mio , perchè mi hai abbandonato?" è una domanda che resta senza risposta; come lo stesso destino di Giuda è segnato da un male misterioso che è senza soluzione.
Interessantissimo questo romanzo in cui l'amore si scontra con la colpa che è tradimento dell'amore. Lo scavo nell'interiorità dei destini delle persone per comprendere cosa sia la colpa, chi possa esprimere un giudizio, se ci possa essere un amore senza la fede, questo scavo è sì fatto che la teologia è chiamata in causa. 
Infine, mi permetto di dire, Gesù ha voluto guarire e salvare l'umanità col dare la vita e rimandando il giudizio sulla vita e sulla morte "all'ultimo giorno". Non avrà salvato anche Giuda nell'ultimo istante di quel giorno, nel quale il Padre non sembrava ascoltare nè il grido del Figlio nè quello del suo traditore?  il don

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