venerdì 11 gennaio 2013

la gratitudine e il diritto

L'epoca dei diritti ha dimenticato la dinamica del dono e della gratitudine. Si afferma la rivendicazione dei diritti del singolo e del gruppo (di una parte soltanto), mentre l'insieme viene oscurato. Ma il dono ha una funzione importantissima nella dinamica relazionale, in famiglia, nell'educazione, nell'economia, persino nella politica. Saper accogliere la vita come un dono, l'educazione ed il lavoro come un dono, l'amore e la fede come un dono...porta a saper ringraziare. "Denken ist danken", diceva Heiddeger. Saper ringraziare mentre si pensa, mentre si lavora, mentre si prega, mentre si ama... Sì, perchè persino l'amore potrebbe essere ritenuto un diritto, invece di considerarlo un dono ricevuto, e senza quel dono mai si riuscirebbe ad amare! La chiesa deve far riscoprire, proprio a partire dal Vangelo, che ogni circostanza è dono di Dio: la salute come la malattia, il lavoro e la preghiera, l'economia come la politica. Invece di continuare a confliggere, imparare a vivere insieme, a lavorare insieme, ad aiutarsi, a donare...Se si accoglie tutto come un dono, si diventa a propria volta capaci di donare. Non il regalo, che  spesso sotto-sotto ha un interesse utilitaristico : dò perchè intendo ricevere (in questa dinamica utilitaristica, s'innesca però, invece di una relazione protesa al patto e all'accordo, un conflitto nel quale la vince chi esibisce più potere, più furbizia, chi crea legami clientelari...); ma il dono che capovolge la logica di un diritto individualistico in un diritto di relazione. Imparare a dire grazie non è un semplice atto  di galateo; è piuttosto un imparare a vivere nella libertà del dono. A cominciare dalla  famiglia, s'impara a dire grazie, dal momento che "familia est seminarium rei pubblicae", come diceva Cicerone. Proprio la famiglia dovrebbe vivere come una realtà allargata, aperta alle altre famiglie nella creazione di lavoro per tutti, nella ricerca di un'educazione migliore, ...L'utile allora non verrebbe bandito, piuttosto sarebbe ricevuto come dono della sovrabbondanza dell'amore...Come non c'è opposizione tra diritto e gratitudine, non ci sarebbe neppure conflitto tra il dono e l'utile. Quando cerco il bene dell'altro ed il mio stesso bene, l'utile viene elargito in sovrabbondanza a me e a lui.  il don

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