giovedì 27 aprile 2023

Il viaggio

 Ulisse viaggia per divenire un eroe della conoscenza? Aveva come meta di ritornare in patria? Tutto quello che ha imparato durante il viaggio, gli è servito per riappropriarsi delle relazioni perdute, sia familiari, sia della patria. L'identità per lui non era più una malattia, la conoscenza dello straniero (o del diverso) e l'aver compreso come trattarlo, aveva aperto la relazione con l'altro.

Enea, il pius Aeneas, creato da Virgilio per offrire un nuovo mito alla nascita di Roma (il primo mito, fondato su una guerra fratricida, ossia il primo re è colui che ha ucciso il fratello) in età augustea, per dare lustro alla pax augustea,  anche lui è un viaggiatore come Ulisse, ma con la differenza che Enea fonda una nuova città e  una nuova patria. 

Ulisse, il viaggiatore eroe della conoscenza, riafferma il suo potere sulla famiglia e sulla propria patria. Enea, il viaggiatore che intende fondare una nuova città e dar vita ad una nuova patria, sulla pietas intende fondare la città che dovrebbe amare la pace.

I miti sono funzionali ai nuovi bisogni e lanciano una sfida ai miti antichi. Se qualcosa rimane in piedi, è segno che porta in sè un pegno di immortalità. Un idolo di pietra o di legno può essere distrutto. Un viaggio, che sia soltanto uno spostarsi fisicamente, anche quando ci si sposta velocemente, non è detto che approdi ad una meta, se non ha in animo di giungere ad una meta.

Il viaggio interiore è quello che non può mai prescindere dalla meta, ma è il più difficile,  perchè la meta non è così materiale come quella richiesta a colui che viaggia per lavoro o per turismo. Il viaggio interiore è un viaggio dello spirito: deve saper mettere insieme lo spirito del tempo (lo ZeitGeist) con il tempo dello spirito (lo Zeit der Geist). Nello spirito del tempo trovi la storia dell'umanità (che può avere nostalgia della scimmia, al punto da considerarla proprio progenitore, e da proiettarla nel futuro per realizzare una scimmia algoritmica); nel tempo dello spirito si considera il viaggio interiore come un'apertura alla libertà e alla creatività.

C. Darwin, io lo metterei tra i maestri del sospetto, ossia insieme a Marx, Freud e Nietzsche, non ha considerato il viaggio interiore dell'umanità; nell'autobiografia ha fatto un'autocritica parziale, dicendo di aver perso il senso estetico, ma sulla perdita del senso spirituale o mistico non ha saputo dire niente.

A. J. Heschel così scriveva nella seconda metà del secolo scorso: "Nel campo della religione prevale l'analfabetismo, sia intellettuale che spirituale, l'ignoranza oltre che l'idolatria, l'adorazione di falsi valori."  E aggiungeva, a proposito della mancata o fallita educazione religiosa della gioventù :"I giovani non hanno bisogno di tranquillanti religiosi, della religione come diversivo, della religione come intrattenimento, ma di audacia spirituale, di succo intellettuale, di sfida." ( Idoli nei tampli, in Il canto della libertà).

Infine un'idea luminosa su come far sì che il viaggio interiore divenga un approdo alle scelte di vita: "Il banco di prova per l'insegnante è la sua capacità di far sì che un'idea accada. L'insegnamento è comunicazione di eventi." (Heschel, Il canto della libertà)  Il viaggio interiore dell'insegnante deve saper incontrare il viaggio esteriore dello studente, perchè questo possa trovare o scoprire il viaggio interiore come un molto più di quello esteriore!

                                           don Carmelo Guarini


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