sabato 22 aprile 2023

Scienza e sapienza

 Albert Einstein aveva ben capito la relazione necessaria tra scienza e sapienza, quando diceva: "La scienza senza la religione è paralizzata. La religione senza la scienza è cieca."  Per tradurlo in concreto, si potrebbe dire così: ogni persona umana riceve due doni, uno è l'intelligenza (per svilupparla, occorre studiare), l'altro dono è il cuore (perchè non divenga di pietra, occorre imparare ad amare).

Viviamo in un'epoca di confusione riguardo all'identità, ma per affermarla si cade in un'altra malattia più pericolosa della confusione, ossia la negazione dell'altro fino al punto da volerne la distruzione e la morte. L'unificazione della persona (la sua identità) inizia non sottovalutando nè sopravvalutando ognuna delle tre dimensioni di cui è composta. Intanto, occorre cominciare a riconoscere che si è costituiti da tra dimensioni: il corpo, la psiche, lo spirito. La psicologia e la psicoanalisi ci hanno fatto capire che la psiche è qualcosa di diverso rispetto a ciò che i pensatori greci chiamavano anima. E i pensatori mistici cristiani ci hanno mostrato che lo spirito è una dimensione superiore dell'anima (la psiche).       Lo spirito è sovrarazionale: occorre la fede - fiducia per scoprire (non per inventare, nel senso che è un dono, non un'immaginazione creativa) il sovrasignificato racchiuso in tutto ciò che si sperimenta come mistero. Se sopravvaluto il corpo, rischio di rimanere vittima della nevrosi, della psicosi, della paranoia, della melanconia; posso avere un corpo perfetto e ben curato, manco però di intelletto, di relazioni d'amore. Se sviluppo in maniera esclusiva la psiche, posso ritrovarmi nella confessione di Freud: "non ho senso della mistica, e non ho orecchio per la musica". Se sviluppo unilaterarmente lo spirito, posso ritrovarmi nella situazione squilibrata del perfezionista (ossessionato dalla perfezione, ma incapace d'amare) che materializza lo spirito (Evagrio Pontico diceva che il peccato dello spirito è più grave del peccato della carne, ossia della lussuria, dell'uso sconsiderato del sesso; il peccato della carne  è meno grave di ciò che lo provoca e ne è la causa scatenante, ossia la superbia (orgoglio e vanagloria). 

Per mettere insieme, per unificare corpo, psiche e spirito, occorre tutta una vita. L'identità la si comincia a sperimentare, quando si mettono a frutto sia la scienza sia la sapienza. Sono due doni da far fruttificare la scienza e la sapienza!  La scienza apre la mente (bisogna diffidare di coloro che vogliono sempre chiudere, invece di aprire): le nuove scoperte non ci distanziano soltanto dalle scimmie antropomorfe, ma anche dalle scimmie algoritmiche. La sapienza è una conquista dello spirito.  Nessuna intelligenza artificiale potrà far vivere lo spirito in comunione col corpo e con la psiche se non lo spirito sovrarazionale che la persona umana riceve quando lo cerca. Invece di proclamare l'assurdo dell'esistenza e del mondo, come hanno fatto l'esistenzialismo ateo e il nichilismo, si dovrebbe fare più esperienza del mistero. Ci sarebbe allora più arte, più vita, più amore, più dono, più relazione spirituale e materiale. Tutto, sempre, nella libertà!

                                                             don Carmelo Guarini

                                                       

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