martedì 18 aprile 2023

L'evento è un dono

 Più che nell'evento prevedibile, che può essere un calcolo programmato, è nell'evento imprevedibile, quello che sorprende quando appare, che il dono mostra la relazione. L'io che programma e che produce,  ordinariamente è mosso dal calcolo. L'evento che appare ed è ricevuto come un dono, sorprendendo, pone la domanda sulla solitudine e sulla comunione.

Sei solo sulla terra o sei in relazione? Sartre, affermando che "gli altri sono l'inferno", ribadiva l'essere di ogni uono e di ogni donna come un'isola. Non sapendo cosa farsene della libertà, la butta in politica: la lotta sociale è l'impegno (engagement), ma la comunità non si può realizzare perchè la comunione è impossibile. Ma la religione non può dare agli atei che l'hanno combattuta la colpa della propria recessione; piuttosto dovrebbe chiedersi se non sia stata la mediocrità, il proprio credere e non-credere la causa più profonda della decadenza.

A. J. Heschel, rabbimo e teologo ebreo, scriveva nel secolo scorso, a proposito della religione in una società libera:  "La religione contemporanea chiede poco all'uomo. E' pronta ad offrire conforto; non ha il coraggio di provocare. E' disposta a fornire  edificazione; non ha l'ardire di spezzare gli idoli, di mandare in frantumi la dura insensibilità. Il guaio è che la religione è diventata istituzione, dogma, rituale. Non è più evento.   La sua accettazione non comporta nè rischio nè tensione. La religione ha acquistato rispettabilità per benevola concessione della società (...)  Nulla può sostituire la fede, non c'è alternativa alla rivelazione, non esiste un surrogato dell'impegno."

L'evento più importante è quello dello spirito. Lo specifico dell'umano è un corpo animato dallo spirito: questo è ciò che lo distingue dagli animali ( che hanno un'anima e una qualche intelligenza pratica, ma non posseggono nè un linguaggio per narrare nè un pensiero capace di immmanenza e trascendenza). 

Un altro grande ebreo, Victor Frankl, sopravvissuto al lager nazista, ha raccontato nel suo Uno psicologo nei lager, l'esperienza dell'autotrascendenza, la scoperta dell'interiorità e dello spirito.  Entrato nel lager psichiatra e psicoanalista freudiano, ne è uscito fondatore di una nuova psicoterapia, la logoterapia. Ha contestualizzato le nuove nevrosi  (somatogene, psicogene e noogene) nell'epoca che non soffre più per la rimozione sessuale (Freud aveva avuto ragione ad attaccare la rimozione della sessualità nell'epoca vittoriana); ora, diceva Frankl, la rimozione riguarda il significato della vita. Le nuove nevrosi sono causate dal vuoto esistenziale, dal non trovare un significato di vita. 

La teologia del profondo traduce il pensiero in preghiera. Risponde alla domanda fondamentale: Cosa vuole Dio? Considera un'evasione la domanda moderna: cosa chiede l'uomo a Dio? Nella Modernità al suo culmine, il folklore ha sostituito la liturgia: coloro che si ritrovano in un'azione liturgica non creano comunione e comunità, esibiscono uno spettacolo!                Su questo era daccordo uno studioso cattolico,gesuita, sul finire del secolo scorso, quando dibatteba con Domenach su Il cristianesimo in frantumi.

Cosa ci dice  Victor Frankl sull'evento come dono? Anche da un'esperienza estrema di prigionia e di persecuzione della dignità umana può venir fuori l'evento come dono: nasce la logoterapia, una nuova psicoterapia che è in grado di guarire le nuove nevrosi dell'epoca contemporanea!

Cosa ci dice A. J. Heschel? Che la religione va personalizzata, che la fede e la preghiera insegnano ciò che Dio chiede all'essere umano, che la teologia del profondo fa cogliere nella partecipazione liturgica la necessaria trasformazione della vita. 

Dio non ha rinnegato la prima alleanza col popolo eletto; quell'alleanza dice ancora che l'uomo di fede (come quella di Abramo) fa fiorire il deserto. L'uomo di fede non è solo,  Dio è con lui.

                                                      don Carmelo Guarini 

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