lunedì 11 novembre 2013

Il Mezzogiorno e l'Italia

L'editrice Studium ha pubblicato di recente, sotto il titolo "Il Mezzogiorno e l'Italia", alcuni testi di Gramsci e di Sturzo, accompagnati da interventi di autori vari. Mi soffermo ora soltanto sull'intervento di Giuseppe Vacca, il quale sottolinea "l'avversione di entrambi (Sturzo e Gramsci) per il centralismo democratico dello Stato unitario ed il favore per uno Stato delle autonomie che in Sturzo si concreta nel regionalismo, mentre per Gramsci, dopo l'opzione federalistica del 1923-24, rimarrà indeterminato" (p.11). E ancora con grande chiarezza, Vacca afferma : "La questione geopolitica della questione meridionale e la concezione della politica come lotta per l'egemonia fanno di Sturzo e di Gramsci i due uomini politici più lungimiranti dell'Italia tra le due guerre" (p.29). 
Il Vaticano non fu molto lungimirante nel decretare lo scioglimento del partito popolare e costringere Sturzo all'esilio, mentre con Mussolini faceva un concordato, illudendosi che il gerarca avrebbe rispettato l'Azione cattolica, quando invece cominciò a perseguitarla poco dopo. Nota ancora Vacca : "Sturzo ancor più deciso era stato nel respingere la proposta della destra clericale di qualificare il Ppi  come un un partito cattolico, argomentando che "il concetto di partito è un concetto politico che implica la divisione, mentre il concetto di cattolicesimo  è un concetto religioso  che implica l'universalità" (p.31). Forse il Partito popolare avrebbe fatto molto meglio di quel che fece invece la Democrazia cristiana (vittoria della destra clericale), trascinando lo stesso nome cristiano in una sporcizia di clientelismo e di affarismo. E per il Mezzogiorno, invece dello sviluppo, fu la catastrofe non solo economica ma anche culturale e spirituale. 
Fu il cardinale Casaroli a riportare,nella seconda metà del Novecento,  la diplomazia vaticana all'apogeo, sopratutto nella grande mediazione che seppe operare nei paesi comunisti, come egli stesso ha raccontato nelle memorie "Il martirio della pazienza". 
I preti dovrebbero fare i preti : predicare il vangelo, dopo averlo vissuto, dando testimonianza di essere legati non al potere temporale ma a quello spirituale. Oggi papa Francesco dà questa trasparente testimonianza; e speriamo che non ce lo facciano fuori! il don

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