sabato 9 novembre 2013

Il Vaticano e l'Italia

Antonio Gramsci è considerato, a livello internazionale, un teorico acuto del comunismo. Il testo "Il Vaticano e l'Italia", sul quale si farà ora qualche riflessione, mostra quanto l'intellettuale sardo fosse attento alla storia e alla religione quando essa fa storia. Un primo elemento da mettere in evidenza : Gramsci mostra fastidio per un anti-clericalismo di maniera, di derivazione massonica e anarco-socialista. La sua analisi storica, che cerca la giusta distanza dall'atteggiamento di pregiudizio, è ben documentata (cita Civiltà cattolica e altre riviste del cattolicesimo italiano e internazionale). Il suo giudizio sull'Azione cattolica è di ammirazione riguardo all'organizzazione e alla penetrazione popolare, anche se, com'è naturale, non risparmia critiche verso il Vaticano e verso il clero. E tuttavia riesce ad apprezzare l'opera di un Cottolengo a Torino : non ne condivide la fede (che considera superata), ma ne esalta l'opera sociale. "L'Azione cattolica gli appare uno strumento assai più moderno dei partiti politici...", scrive Angelo d'Orsi nella prefazione.  Interessante anche il capitolo su "Cattolici integrali, gesuiti e modernisti" : supera l'atteggiamento d'indifferenza di gran parte della cultura laica verso la cultura cattolica, cerca di comprendere il pluralismo che s'agita all'interno della chiesa cattolica, le nuove filosofie che rivendicano un posto accanto  alla neoscolastica tomista, che continua ad essere la filosofia ufficiale della chiesa cattolica. Sa distinguere bene quella che è pura azione politica della chiesa, quando essa manca di spiritualità (anche se considera la spiritualità come appartenente ad un'età storica ormai tramontata), dall'azione culturale che fa crescere la coscienza e la prassi del popolo quando ne promuove la liberazione e ne stimola lo sviluppo.
Gli avversari fanno scoprire spesso cose più interessanti e giuste di quelli della propria parte : mentre con questi ci si ritrova d'accordo su facili compromessi, da quelli si viene posti di fronte alle esigenze vere del Vangelo, cioè più giustizia tra ricchi e poveri, più lavoro dignitoso per tutti, una cultura più attenta  alla vita, una fraternità concreta e meno astratta.  il don

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