giovedì 21 novembre 2013

Lo straniero o ...

Il testo di Michel de Certeau, "Lo straniero o l'unione nella differenza", parla dell'esperienza spirituale a partire dal cambiamento. Ma subito chiarisce : la malattia che acceca tutti è la difesa dell'identità ed il rifiuto della differenza. Porre a fondamento del cambiamento l'apologia della differenza significa riconoscere con chiarezza che la cerimonia è il ripetitivo della tradizione, mentre motore della rivoluzione è l'inventivo o la scoperta che apre il divenire. Don Tonino Bello parlava della convivialità delle differenze che supera la legge del conflitto. 
Certeau fa notare che la questione vitale è il nuovo inizio, ossia l'atto di cambiamento che dà vita ad un nuovo itinerario della storia. Il monachesimo benedettino, in mille anni di vita, ha saputo coniugare autonomia e federazione; la rivoluzione antropologica che ha iniziato si è instaurata insieme alla rivoluzione economica. (pp. 120-125) .  Nella modernità, il cristianesimo è rimasto incastrato tra due ideologie in conflitto tra loro : il capitalismo che ha difeso l'individualismo antropologico ed economico, ed il comunismo che ha difeso un collettivismo economico senza dare rilevanza alla dimensione antropologica della persona e della comunità. 
Ciò che l'apologia della differenza vorrebbe mettere in primo piano sarebbe la relazione, che supera il soggettivismo cartesiano e kantiano. Il progetto del divenire deve  andare oltre la rivolta anarchica da una parte ed il conformismo dall'altra. L'unità nasce dal riconoscimento delle differenze, non dall'affermazione dell'identità. E' l'approfondimento teologico sulla Trinità e l'esperienza della relazione trinitaria che può aprire il divenire del cristianesimo: nella Trinità di Dio, il Padre - il Figlio - lo Spirito non sono identici; in quanto sono persone differenti, tra loro formano l'unico Dio. Senza il riconoscimento delle differenze, non è possibile raggiungere nessuna comunione tra le persone umane. 
La prima tappa del percorso : l'ascolto è dare la parola.
La seconda tappa è il discernimento comune intorno al saper-fare.
La terza tappa : da ogni confronto deve nascere un incontro convergente. 
Dalla teoria alla pratica : il nostro lavoro è tutto quì!  il don

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