mercoledì 8 febbraio 2023

Cultura d'approfondimento

 Ciò che la teologia e la catechesi non hanno ancora preso sul serio del Cristianesimo è l'IMMANENZA. La trascendenza l'hanno sottolineata in tutti i modi, rischiando tra l'altro di rimandare la presa di tanti problemi rinviandoli all'altra vita, al dopo morte.Ma Gesù Cristo ha lasciato il comandamento nuovo ai suoi discepoli perchè vivano "amatevi gli uni gli altri come Io ho amato voi"  come un essere inseriti nella vita stessa della Trinità, ossia dell'amore tra il Padre, il Figlio, lo Spirito.

Jean Guitton , in Dialoghi con Paolo VI, e ancora in Paolo VI segreto, ricordava una parola, anzi un verbo (che indica movimento e dinamica, meglio del sostantivo) che Paolo VI sottolieava come un'urgenza per la cultura contemporanea: APPROFONDIRE!

Andare a fondo nella ricerca interiore ed esteriore, mostrare tutte le dimensioni della realtà, sia in orizzontale sia in verticale, per non lasciare nulla di intentato ai fini di una crescita e di uno sviluppo. Se si vuole eliminare la guerra, occorre convertire l'industria bellica (le lobbi delle armi) in industria pacifica. Formare diplomatici, invece di guerrafondai! Così, se si vuole eliminare la fame, occorre trasformarsi da adoratori del dio denaro in cultori di fraternità. Se si vogliono eliminare tante malattie, occorre coltivare la cooperazione. Infine, se si vuole eliminare la catastrofe apocalittica (che Dio lascia nelle mani dell'umanità, libera di suicidarsi o di salvarsi), occorre vedere (theorein è la contemplazione del progetto allo stato finale!) la meta da conseguire : la vita dello spirito.

Sentiamo ancora quell'invocazione di Paolo VI all'ONU: "Jamais plus la guerre. Jamais plus la guerre". Parole rivolte a tutti, per la salvezza di tutti, non possono essere dimenticate! Senza tralasciare il fatto che sia i gesti sia le parole assumono col tempo il sapore di un vino sapientemente invecchiato. Come ha detto, poco prima di morire, il padre Yves Congar a proposito di papa Montini: "Paul sixiemme grandirà". Come un gustoso vino invecchiato, le parole di Paolo VI risuonano ancora, pur se inascoltate:

Mai più la guerra. Mai più la guerra.

                                                                             don Carmelo Guarini

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