giovedì 9 febbraio 2023

RACCONTARE e INCONTRARE

 La relazione si crea e si approfondisce con il racconto e con l'incontro. Il racconto come scambio di doni; e l'incontro che non rimanga solo virtuale ma sia presenza viva anche del corpo.

Un libro del 2011, dal titolo Manca il respiro, di due storici della chiesa, uno prete Saverio Xeres, l'altro laico Giorgio Campanini, lancia un messaggio: la chiesa non può respirare con un polmone solo, quello clericale, ha bisogno dell'altro polmone, quello laicale. Respirare con due polmoni è essenziale per l'incontro tra chiesa e mondo. 

1. Raccontare, riflettendo. E domandando. Come mai nel post-Concilio è cresciuta la distanza tra chiesa e mondo? Doveva avvenire il contrario: accorciare la distanza!  Come mai la chiesa ha perso più persone di quante non ne abbia guadagnate? La crescita della distanza paradossalmente si può spiegare con l'omologazione alla mentalità corrente, un appiattimento sullo Zeitgeist, direbbero i tedeschi. La pianificazione pastorale non è stata al passo coi tempi, non è risucita a cogliere i segni dei tempi.  Un altro aspetto negativo, dice Xeres, ha riguardato la burocratizzazione della pastorale. Ossia una pastorale fatta di carte e di parole (una pletora di documenti) che hanno toccato poco sia l'intelligenza sia il cuore delle persone.

2. Incontrare, ascoltando e includendo il laicato nella formazione. La proposta di Giorgio Campanini di creare nella chiesa italiana un Consiglio dei laici, sul modello del Katholikentag della Germania si fonda su un principio teologico messo in luce dal Vaticano II, ossia una corresponsabilità nella comunione di tutto il popolo di Dio. Questo incontro può avvenire ritornando a quelli che J. Maritain chiamava i mezzi poveri. Una chiesa povera può centrare meglio la sua azione sull'annunzio e sulla testimonianza del vangelo di Gesù Cristo. Al contrario, una chiesa che confida troppo nelle risorse economiche, svilisce la forza che il Vangelo ha per i cambiamenti. 

Raccontare e incontrare uomini e donne nelle case e per le strade, come faceva Gesù Cristo, che si fidava di Natanaele ("un vero israelita in cui non c'è falsità") e del centurione romano (una fede nella disciplina, che non era divenuta imperialismo).

                                                                                        don Carmelo Guarini

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