sabato 25 febbraio 2023

Il linguaggio, il pensiero e la storia dello spirito

 Il linguaggio ha bisogno del silenzio, come una sinfonia delle pause, perchè l'ascolto possa assaporare il senso di ciò che viene donato.

Il pensiero non può fermarsi alla lettura; perchè la persona possa appropriarsene, l'intelligenza deve interpretare e riflettere, elaborare l'essere in situazione.

L'evoluzionismo darwiniano non ha chiarito la relazione tra ideologia e scienza. Ossia ha identificato l'inizio con la fine ed il fine. Che non è andare verso la scimmia tecnologica, ma verso lo sviluppo dello spirito. In questo senso, la distruzione della vita biologica e anche della materia inanimata sulla terra, non sarebbe la fine dello spirito umano. L'evoluzione dell'umanità è lo spirito, in connessione con l'evoluzione della vita biologica. 

Il 95\100 di materia oscura e di energia oscura dell'universo, (vedi cosa dice il fisico Carlo Rubbia), ci dice, mi sembra, che la pretesa di dire tutta  la verità in base a quel 4\100 di materia elettrodebole che conosciamo, sia più ideologia che scienza. Come ci hanno insegnato i maestri del sospetto, Marx, Freud e Nietzsche, è la verifica a mostrarci la differenza tra una semplice ipotesi ed una teoria verificabile. 

Il cristianesimo, se prende sul serio l'entrata della  trascendenza nell'immanenza, fa in modo che lo spirito si sviluppi già in questa vita temporale e spaziale. Non lascia all'ideologia storicista di dire l'ultima parola. La quale, nell'Apocalisse non è la distruzione della terra e di ogni forma di vita, ma la trasformazione che lo spirito opera nella Gerusalemme celeste. 

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