sabato 4 maggio 2013

la coscienza

Riappropriarsi dell'essere autentico della coscienza è uno degli obiettivi fondamentali del nostro tempo. A disattivare la coscienza hanno contribuito un pò tutti: dai sindacalisti ai filosofi, dai dittatori agli anarchici, dagli scienziati agli artisti, dai libertini ai bigotti (i tartufi, secondo l'espressione di Cyranò de Bergerac). Si è contestata l'autorità della coscienza; si è parlato di diritti dell'io, di spettanze rivendicate e riconosciute a chi è arrivato dopo, l'ultima generazione o l'ultimo figlio. Il fatto è che l'ultima generazione o l'ultimo figlio non ha più un padre e non sa riconoscere (non sa cosa sia) l'autorità del padre.
Ora occorrerebbe saper distinguere tra padre e padrone. Rifiutare il dominio del padre-padrone sarebbe legittimo e giusto, come rifiutare gli dei dell'Olimpo omerico o del Panteon romano. Ma il Dio cristiano mostra già un volto diverso di Padre : non quello del dominio, ma quello dell'autorità-dono. Il Figlio del Padre, il Dio incarnato, Gesù Cristo mostra la volontà o l'autorità del Padre come dono, non come dominio.
Io che ho avuto la fortuna,  direi meglio, la grazia di vivere tra le donne l'infanzia e l'adolescenza, con mia nonna, mia madre, le mie zie : proprio da loro ho potuto imparare l'autorità come dono, la volontà del Padre come autorità e non come dominio. Dalla madre si conosce  meglio il padre!
La grazia del dono fa sì che la fiducia prevalga sul dubbio, l'autenticità sull'ipocrisia e sulla vita doppia, la generosità sullo sperpero, l'autorità sull'anarchia e sulla dittatura. Per riscoprire la coscienza , occorre ripartire dalla relazione Padre-Figlio, riscoperta come dono, un donare che diviene la condizione per ricevere. Un insegnamento autentico ha il carattere di un affetto: non intende dominare o possedere, quanto piuttosto promuovere e far crescere la relazione.  il don

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