martedì 14 maggio 2013

ritorno

"Cerco un paese innocente" è un racconto di Pasquale Lubrano del 1982 : "quando i giovani tornano alla terra" (sottotitolo del libro) è il racconto di un'esperienza che sul nascere appare come un ritorno al passato, quando in realtà è piuttosto un progetto che guarda al futuro, sapendo prevedere. Senza lasciarsi condizionare dalle ostilità, colui che crede nel valore del lavoro e dell'ambiente, da conservare con "spirito francescano", sa trovare il modo più giusto di lavorare la terra, traendone sostentamento, ma nel rispetto delle persone e della loro salute. 
Il racconto di esperienze suscita sempre un ascolto attento, sopratutto quando le motivazioni riescono a spiegare i fatti : lo spirito umano vuol conoscere l'interno, e non s'accontenta dell'esterno se non quando s'è lasciato defraudare dello spirito. Ma la capacità umana di prevedere e di progettare (questa capacità dello spirito che il padre Teilhard de Chardin diceva collegata alla libertà e all'elezione, piuttosto che alla selezione deterministica) nasce dall'interiorità dell'essere umano e da Qualcun'altro che ve l'ha posta dentro come un dono prezioso, racchiuso in uno scrigno.  
Un'esperienza di lavoro, di ritorno alla terra, può ispirare persino una poesia :
"La terra contadina,
dove le mani 
si consumano e la vita
lievita gemendo
mentre si torce il panno
di sudore
e si respirano le sbriciolate zolle,
raccogliendo 
il frutto del seme
sotterrato.
.......
Amo questa terra 
calpestata
e lascio in essa
cadere
la mia vita,
e queste lande
di provincia
si gonfiano di vento
di sole
della mia forza d'uomo.
 Il ritorno alla terra è un ritrovare se stessi e la relazione con l'altro : come il seme che marcisce e dà vita alla spiga, mostra che il fine di ogni morte è la vita, non la fine.  il don

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