venerdì 24 maggio 2013

non-luogo

Il non-luogo è il luogo del non-incontro. Ma non c'è più differenza tra pubblico e privato : ormai il non-luogo è dappertutto, nelle relazioni amicali e familiari come in quelle politiche. Il fatto è che il virtuale ha introdotto il non-luogo anche nel reale e si fa grande fatica a distinguere tra autentico e non-autentico. La tecnica è il Leviatano, il nuovo mostro dell'Apocalisse che non lascia più spazio nè di libertà, nè di amore, nè d'intelligenza naturale. Il grave rischio è quello di diventare tutti servi dell'intelligenza artificiale, di considerarla  più efficiente di quella naturale, di obbedire ai suoi comandi come i sudditi ad un dittatore.
La sfida da accogliere e vincere sarebbe quella di trasformare il non-luogo in luogo d'incontro. Due operazioni sarebbero allora necessarie per raggiungere un tale obiettivo : in primo luogo una formazione culturale in grado di fare critica e autocritica; in secondo luogo, una democrazia effettiva che rimpiazzi la ormai logora democrazia elettiva. La prima operazione è culturale; la seconda è politica.
Un nuovo umanesimo potrebbe nascere soltanto da relazioni nuove e autentiche, che mostrino il fallimento dello stile di vita individualistico, delle mostruose disuguaglianze che ha generato, dell'inconsistente esaltazione dell'io rispetto al noi. La rete è un grande strumento di comunicazione, ma vuol essere riempito dì generosità, di sincerità, di passione per l'umano. Potrebbe anche esaltare bullismo e disprezzo per l'altro, violenza e crudeltà; in tal caso si mostrerebbe incapace di vincere il disumano. La scienza e la storia, la psicologia e la politica, gli atei e i religiosi devono indurre la tecnica ad umanizzarsi. Questa è la grande sfida che dev'essere vinta : trasformare il non-luogo in luogo d'incontro".
il don

Nessun commento:

Posta un commento