venerdì 10 maggio 2013

ora della verità

Nel capitolo 18 del Vangelo di Matteo, si trovano alcuni orientamenti per  vivere la chiesa - comunione: in particolare nei versetti 15-18 si parla della necessità della correzione fraterna. Il brano è stato interpretato spesso come un triplice grado di giudizio (quindi in senso giuridico), che in ultima istanza potrebbe comportare l'espulsione dalla chiesa o la scomunica. C'è stata, però, anche un altra interpretazione, spirituale, seconda la quale il fratello che ha sbagliato, dovrebbe essere riconquistato alla vita ecclesiale: il primo, secondo e terzo tentativo non sarebbero gradi di giudizio, ma piuttosto espressioni sempre più intense d'amore, che consentirebbero al fratello di sentirsi riaccolto nella comunione ecclesiale. 
La correzione fraterna sarebbe dunque un'ora della verità, una richiesta di confessione pubblica dell'azione compiuta, un riconoscimento dell'errore compiuto ed un ricominciare uniformando il comportamento sul Vangelo di Gesù. Colui che è deputato alla correzione, dovrebbe tener presente che il fratello va riconquistato, che l'espulsione o la scomunica è il gesto facile e sbrigativo che non risolve il problema, che la riconquista del fratello può avvenire per una pratica grande della carità. Abbiamo sempre davanti due possibilità di scelta : procedere verso il mutuo riconoscimento, se non vogliamo finire nel mutuo misconoscimento. 
Se la guerra ha fatto dei morti, questa è l'ora di lavorare per la pace. Se l'avidità ha procurato mali e incomprensioni, questa è l'ora di tornare alla generosità. Se si è rimasti presi nell'ingranaggio del  divertimento, questa è l'ora di tornare all'impegno. Se si è esagerato nel parlare e nel cantare, questa è l'ora di tornare al silenzio pieno di senso. Se si è fatto del male a qualcuno, questa è l'ora di riparare. Se un obbligo rimane, questo è soltanto nella libertà d'amare. La verità rende più liberi e più pronti a ricominciare.  Ad amare, s'intende!  il don

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