venerdì 6 settembre 2024

L'enigma e il mistero

 La realtà è un mistero evidente. E che cos'è il mistero se non un miscuglio di presenza e di assenza? Una presenza che spesso si dilegua, ed un'assenza che s'impone come fosse un'evidenza! E' mai possibile abolire la distanza tra presenza e assenza? Perchè non dovrebbe essere possibile, quando anche la distanza tra l'agire ed il patire viene accorciata dall'esperienza di un'evidenza? Quale sarebbe l'esperienza di un'evidenza? ? Il patire è un agire al quadrato, richiede un'azione condotta all'estremo; si diviene pazienti con uno "sforzo senza sforzo", con uno sforzo dell'azione annullato dal doppio sforzo del patire.

Niente è più fragile della testimonianza. Ma proprio lì è la sua forza!

"Non sono atratto dal prodigio, anche se ormai ammetto che il caso Jeshua non è soltanto un enigma, ma un mistero. Non c'è niente di più tranquillizzante di un enigma, che è un problema in temporanea attesa della soluzione. E non c'è niente di più angosciante di un mistero, che è un problema definitamente senza soluzione. Il mistero ti fa pensare, immaginare ... ma io non voglio pensare, voglio conoscere, sapere. Il resto non m'interessa."  Queste sono le parole di Pilato nel romanzo di Eric-Emmanuel Schmitt, Il Vangelo secondo Pilato , 175. Il filosofo letterato dona al racconto un pensare che si manifesta nella scelta dei termini;  che sorprende il lettore quando l'autore  fa sentire la differenza tra un'idea ed un'emozione, tra un'ipotesi ed un fatto, tra una presenza ed un'assenza, tra un agire ed un patire.

La felicità è un'illusione, dato che procura tanta delusione, oppure è un'aspirazione indefinita e infinita?

Il Medioevo aveva posto la felicità nell'eternità, nell'oltre  morte, correndo il rischio di guardare soltanto all'orizzonte celeste e smarrendo l'interesse per l'orizzonte terreno. L'ultimo stadio della Modernità, il nostro ultimo moderno, rischia l'opposto: l'interesse è soltanto per l'orizzonte terrestre, e non ci si occupa più dell'orizzonte eterno, che viene in rilievo con lo sviluppo della dimensione spirituale. La teoria dell'evoluzione, in un primo momento sembrava un enigma, adesso acquista sempre più la connotazione del mistero: la meta dell'evoluzione non soddisfa come finire  nel nulla. La domanda si fa sempre più insistente: perchè non ammettere che lo spirito è la soluzione alla vita e alla morte molto più convincente di un affare chimico-biologico?

Se l'enigma tarda troppo a mostrare la soluzione, vuol dire che non ce l'ha, e che deve lasciare spazio al mistero. 

La storia e lo spirito sono fortemente intrecciati. E' per questo intreccio che Nietzsche ha voluto eliminarli tutti e due. Ma la realtà, l'esistenza, non hanno smesso di mostrare che un filo d'oro lega  Medioevo e ultima Modernità : il tempo non può essere staccato dall'eterno, nè l'eterno dal tempo. Da quando l'uno è penetrato nell'altro, e l'altro nell'uno, la storia s'è destata ad un orizzonte che ha rimescolato le carte. Il pensiero e l'esperienza si sono avvicinati. L'astrazione ed il pragmatismo sono divenuti irrilevanti. La sfida vera rimane : come può divenire Uno il molteplice! Siamo nel mistero: evoluzione verso lo spirito!

                                     don Carmelo Guarini

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